LA BOLLENTE….QUANDO MI FACEVA PAURA…

Si…..Capisco che parlare di cose “bollenti”, in questa estate da canicole africane, non è certo il massimo, ma il mio raccontarvi il bel territorio in cui , da oltre 20 anni , mi ritrovo a vivere, non può che partire da qui. Dalla piazza della Bollente, che è poi il cuore di Acqui Terme, o per lo meno,

la prima tappa che i turisti vistano , arrivati in città.

Mi ha sempre fatta sorridere, il vedervi davanti persone intente a inzuppare bustine di te o altro , in bicchierini di plastica colmi dell’acqua puzzolente della sorgente, nel tentativo di renderla più “bevibile” e di toglierle quel gusto gramo di uovo marcio. Fidatevi che nulla al mondo può rendere meno sgradevole quel gusto terribile; tutt’al più lo può peggiorare…..

Una delle “leggende metropolitane” che mi è subito stata raccontata in merito alla Bollente, fin dai primi tempi in cui vivevo qui, era che, sotto Acqui, ci sarebbe un vulcano, e che quello sarebbe il motivo per il quale l’acqua della sorgente sgorga così calda in superficie….In più, mio marito, aveva pensato bene di aggiungerci il carico da 90, raccontandomi che , anni addietro, conosceva una “signorina allegra” che viveva in Pisterna ( Vi racconterò anche cos’è la Pisterana , prossimamente…) e che si dilettava nel “tener compagnia” a personaggi influenti di Acqui; uno di questi signori, l’avrebbe condotta al di la di una porta, sempre nascosta da qualche parte nel vecchio centro storico, al di la della quale, la Signorina, giurava d’aver visto scorrere fiumi di lava incandescente. Insomma, della serie “Porte aperte sugl’inferi”….. Ora…Capirete bene che io , a quei tempi , non dormivo certo sonni tranquilli…..Cominciavo a sentire quasi la mancanza di Linarolo, della nebbia, delle sue zanzare e anche del puzzo di fanghi, quasi quasi. Almeno li non avrei rischiato di soccombere , incenerita da improvvise colate laviche. Fortunatamente ho poi conosciuto un giovane geologo che mi ha spiegato il reale motivo che sta alla base di questo fenomeno.

Ebbene, l’acqua della fonte, che è catalogata come salso-bromo-iodica, sgorga in modo del tutto naturale,con una portata di 560 litri al minuto, a 74° C non per la presenza di un vulcano, ma per Gradiente Geotermico…..Parola difficile né? In pratica, più si scende nelle viscere della terra e più, ovviamente, il calore aumenta ,e, approssimativamente il Gradiente Geotermico medio è di circa 30° C ogni km di profondità…Più la fonte che da origine alla sorgente è situata in profondità, maggiore sarà il calore delle rocce fra cui si insinua per raggiungere la superficie,e questo , di conseguenza, spiega il motivo per cui l’acqua arriva a noi a questa temperatura. Facendo un calcolo approssimativo, avendo la Bollente una temperatura che supera i 70 ° C, si può supporre allora che la sua acqua provenga da una profondità di 2/ 3 km . Dormo sonni molto più tranquilli dopo aver scoperto questo……

AQUAE STATIELLAE. Così veniva chiamata Acqui Terme ai tempi dei Romani. Oggi , in dialetto, la chiamano ‘NOIC…..Che c’azzecca?? BOOH! Non l’ho ancora capito questo mistero dialettale. In compenso la Bollente da , in un certo senso, il nome ai cittadini acquesi ; gli SGAIENTO’. “Scottati”, traducendo dal dialetto, anche se io sono solita chiamarli “Acquesi al Rum”, dal nome di un cioccolatino tipico, una boma calorica di cacao e rum. Ma, tornando agli “Sgaientò”, questo nome nascerebbe da un’altra leggenda; un tempo, pare fosse usanza consolidata in città, quella di immergere per pochi secondi i neonati nella Bollente, per testare la tempra dei bimbi…Quelli che sopravvivevano alle ustioni, meritavano l’appellativo di Sgaientò…….Fosse vero, mi spiegherei molte cose, e sopratutto, molti personaggi acquesi, ma probabilmente , dietro questa storia potrebbe starci l’idea di un battesimo parallelo a quello cristiano, in cui i bimbi venivano si immersi in un catino con acqua della Bollente, ma opportunamente raffreddata…..

Alla sorgente, un tempo, era legato anche il lavoro dei BRENTAU; il nome deriva dalla Brenta, ossia un contenitore di lamiera zincata che conteneva fino a 50 litri d’acqua. In un epoca in cui non esistevano boiler e impianti di riscaldamento, il lavoro dei Brentau, era quello di prelevare l’acqua calda della Bollente e di portarla, brenta in spalla, nelle case.

Oggi le Brente sono oggetti di antiquariato, ma quelle che hanno meglio resistito all’usura del tempo, vengono usate ogni anno per il “Palio dei Brentau”, una gara, una specie di corsa stile “Giochi senza Frontiere”, dove i partecipanti , devono portare con la brenta, nel minor tempo possibile, il maggior quantitativo d’acqua dalla Bollente al traguardo finale.

Di solito, questo avviene all’inizio di Settembre, nella 3 giorni della “Festa delle Feste”.

Il Palio si tiene la domenica e , in questa tre giorni, la città si riempe di stand gastronomici, dove un po’ tutti i paesi limitrofi ad Acqui portano i loro piatti e vini tipici.

Sicuramente, considerato che manca poco meno di un mese, la macchina organizzativa sarà già al lavoro. Non appena intercetterò il Manifesto con date ed eventi sarà mia premura postarlo. Fidatevi che alcuni stand , meritano il viaggio….Io ci verrei anche solo per gli spaghetti con lo stoccafisso di Melazzo e per lo zabaione al Moscato di Strevi…..Mio padre ancora se lo ricorda…


Ultima cosa……I vecchi, mio marito compreso, da sempre mi dicono che pulirsi gli occhi con l’acqua della Bollente , faccia bene. Io , quando ci capito lo faccio sempre, anche se per i miei occhi, servirebbe l’acqua di Lourdes….Ogni tanto poi, ti capita di vedere anche teneri ometti, che pensano di estendere i benefici dell’acqua, anche agli occhietti dei loro amici a quattro zampe.

Una risposta a "LA BOLLENTE….QUANDO MI FACEVA PAURA…"

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  1. Finalmente uno spazio in cui la tua incredibile capacità di descrivere cose, persone e vicende possa svilupparsi al meglio. Io, sarò di certo tra i tuoi accaniti lettori, proprio come quando da piccoli leggevo i meravigliosi racconti che scrivevi suoi tuoi quadernetti.

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